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cosa succede in citta'  
vOLUME II

"Finiranno gli incubi?"
 

La raccolta è completa, pronta per essere divulgata, forse pubblicata. segui questa pagina per gli aggiornamenti, potrei scegliere di inviare il testo solo su richiesta, magari con un contributo volontario, libero, come piace a noi. 

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“Cosa Succede in città” Volume II – in chiusura

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Eccoci alla chiusura di questo lavoro che raccoglie le mie riflessioni e gli scritti prodotti dal 2021 fino all’attuale 2023 e che sancisce la chiusura di una fase di vita dedicata alla riflessione e al racconto non solo di quello che succede “in Città”, nella nostra contemporaneità, ma al racconto delle esperienze maturate durante il percorso di vita, in particolare quello dell’esperienza lavorativa.

Racconto che ha utilizzato la scrittura come mezzo di comunicazione e che, nell’immaginato, ha la forma metaforica del messaggio racchiuso all’interno di una bottiglia, priva di acqua, come nel volume I per “Percorsi paralleli”.

Una modalità comunicativa pura, più protetta, più riflessiva, anche se le sollecitazioni del tempo, spinte dall’impulso del vissuto o non vissuto, portano istintivamente ad una scrittura più accorata, più marcata nei tratti di rottura nel percepito del presente. E così è possibile contribuire, anche in questo modo, alla lettura delle vicende moderne con spirito “collaborativo” e direi “sociale”, nella misura in cui i propri scritti rappresentano frammenti del pensiero che è in movimento, oggi più che mai, verso nuovi assetti. 

Viviamo una contemporaneità con molte problematiche, sotto molti punti di vista, che riguardano il vivere di ciascuno di noi. Uno di questi è quello ambientale, dove l’inquinamento conseguente alle prassi di vita, producono danni di notevole impatto, come la plastica presente nei mari e ovunque. Bene, per analogia, come possiamo non pensare positivo quando, invece di disseminare plastica, atto quotidiano ordinario e ripetuto, immettiamo nella quotidianità un frammento di pensiero, o uno scritto, a prescindere dall’aver scontato un test di correttezza “etica?”

È un aggiungere, sempre, anche se il pensiero in esso veicolato esplora ambiti poco desiderati e conformi alla lettura più ordinaria, più normale, secondo i parametri del proprio tempo. Non voglio riproporre di nuovo l’analisi delle motivazioni che spingono all’avversione al pensiero non conforme per non cadere nella tentazione di affermare unilateralmente una visione corretta in modo presunto rispetto a quella ordinaria che vuole, se non contrastare, quantomeno criticare.

Il vero fine del pensiero è, semplicemente, veicolarsi nel mare della cultura, come la bottiglia di plastica in mare. Anche la nostra contemporaneità è piena di scritti, come bottiglie di plastica, la prevalenza nel successo e nella maggiore diffusione di uno scritto rispetto ad un altro, segue logiche proprie secondo una scala di valori che anche in questo caso premia la prevalenza del criterio del risultato finale rispetto ai parametri di giudizio che a quel risultato hanno portato. E quindi la differenza non è nel successo o meno di un’opera, o un suo riconoscimento formale, la differenza è la sua esistenza, la possibilità di circolare liberamente in transito come elemento positivo che se anche l’ultima delle anime di questo mondo dovesse impattarla, ne avrebbe un suo personale arricchimento, in senso positivo, a prescindere dalla valutazione sull’opera e/o all’accettazione del pensiero in esso contenuto, che può certamente essere anche rifiutato o giudicato negativamente.

Chiusa questa fase di vita e questo lavoro, è il momento di passare oltre l’esperienza dello scritto e tornare alla produzione di esperienze di vita che sono, a mio avviso, il vero motore che alimenta qualsiasi produzione artistica, narrativa e letteraria, lasciando ad altri il compito di alimentare la forma di comunicazione della scrittura che ha alla sua base oltre che la tecnica, la fantasia e l’immaginazione piuttosto che le esperienze.

Produrne nuove è un punto di ripartenza che già doveva essere, ma che la fase pandemica prima e la fase del conflitto poi, hanno inevitabilmente ritardato, traslato nel tempo.

Un’ultimissima riflessione dovuta, che nasce dal cuore, non può che essere dedicata alla poesia.

Lasciate che la poesia, almeno quella, nasca selvaggia, spontaneamente come in un terreno selvatico, figlia dell’esperienza della natura, senza potature, senza concimazione, senza additivi.

Libera di essere ciò che effettivamente è la poesia, lo strumento letterario principe in grado di esprimere, in sintesi, la dimensione di un pensiero e di un vissuto come nessuna altra forma è in grado di fare, una sintesi stretta rispetto al sentimento da cui trae origine che neanche un libro intero o un racconto o una qualsiasi altra forma di comunicazione dello scritto, sa regalare.

L’espressione di un vissuto interiore che zittisce il pensiero, una dimensione in cui l’anima prende il sopravvento su qualsiasi forma di pensiero e di tecnica, poiché in essa è contenuto il condensato da cui promana il nostro essere umani.

Non si racconta una poesia, ma tutto ciò che è il vissuto che l’ha originato.

Buone esperienze di vissuto a tutti.

 

Special thanks

a tutti quelli che hanno permesso la realizzazione di questa seconda edizione di “Cosa Succede in città” – “finiranno gli incubi?”, narrazione degli eventi della contemporaneità, riflettendo e analizzando quello che succede “in giro”. In particolare, scusandomi per le omissioni, ringrazio: Max Trombelli cover and editing, Studio Appizzo & Associati legal and tax support, nonché il Ch.mo prof Edmond Appizzo Antares, pisichiatra specialista deduttivo molecolare, -Rosso Importante servizi editoriali, -Il gozzo del babbeo- Editore per la revisione e la distribuzione, -Music in the mind- per il supporto musicale, -Money M- per la parte finanziaria, -Bellastampa Andrea- per le stampe, Mastro Geppetto, testimonial, pur nella fase discente e labile della sua mano, Mastro Ciliegia, per il supporto sui temi di economia (davanti) e commercio di.., -Dante Revolution- per il supporto alla lettura delle ragioni della politica, L’Associazione “Again-Fallo ancora", per la durezza della visione e il rigore dell’analisi, e poi tutto la famiglia -Inside-, commercialista, revisore, consulente d’azienda, trader, sportivo, marista, naturista, tesoriere, poeta, scrittore, apprendista  pittore, osservatore, amante, desiderante, commentatore, cuoco, cliente, innamorato, genitore.

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Desidero con il cuore ringraziare le persone che da vicino e da più lontano mi hanno aiutato a trovare il senso del vivere la scrittura, nel percorso non solo di vita, ma dell’esperienza ritraibile da ogni attività, a chi mi ha donato gli strumenti per leggere la rotta nella navigazione del mare, sempre in tempesta. A chi amo e a chi mi ama o mi ha amato.

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