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Dimensioni a confronto: l’ampiezza dei pensieri e la località delle necessità

Aggiornamento: 16 mag 2023

la globalità delle connessioni e la particolarità delle necessità


questione di scelte?


Quante volte ci troviamo di fronte ad affermazioni trancianti, che riaffermano a volte la necessità e ineludibilità dell’ampiezza globale, a volte il particolarismo e la dimensione locale come unico punto di interesse.”

E’ possibile conciliare una via diversa, in cui le dimensioni non confliggano e siano invece inserite in un contesto unico, più equilibrato: dal particolare, al generale? L’apertura alle differenze, l’integrazione tra culture, ha una sua implicazione di carattere pratico. In termini pratici, se ci riferiamo all’economia, può tranquillamente consentire di affrontare il tema dell’organizzazione economico/sociale e di sviluppo, di un territorio, di un’area nazionale, di uno stato, di un’area geografica più ampia. I concetti non sono confliggenti, anzi, sono molto integrati tra loro. La dimensione regionale ed extra regionale può garantire una migliore organizzazione delle strutture e delle infrastrutture, può garantire più efficienza nella pianificazione delle scelte di un territorio, in funzione delle esigenze e delle risorse. Oggi la conflittualità, utilizzata come strumento di segmentazione/separazione e poi di inclusione nel proprio gruppo in cui si cerca di attrarre spesso in base ad interessi condivisi, impedisce un approccio diverso alle tematiche sia di tipo sociale che economico. È un concetto da sviluppare meglio. Però un punto centrale, a mio avviso, con implicazioni di tipo economico, è il processo di pianificazione e di sviluppo territoriale: l’insieme coordinato di sviluppi territoriali e settoriali, pianificati su base unica. Ripartire dalle competenze e dalle risorse di territorio, organizzate in modo unitario in base ad un’attività di pianificazione precisa, con obiettivi definiti. Definendo, in modo contestuale e parallelo, il sistema di infrastrutture a servizio dello sviluppo dei territori e dei settori. Senza pace, non si sconfigge la conflittualità, che distrugge il buono che ci è rimasto ed impedisce di individuare un cammino di vero cambiamento.


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