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I ring della vita: La presunta inadeguatezza dell'essere Ep. I - studio

Aggiornamento: 8 nov 2023


da sentire, inaugurazione anno accademico Università di Padova, qui .

Ora, dopo gli ultimi accadimenti tragici di studenti che abbandonano la vita per insuccesso, è dovuta la riflessione sugli accadimenti e, al di là della loro specificità, su alcuni tratti di un pensiero diffuso e incombente: la "necessità" di essere competitivi, una sorta di deriva dei percorsi pollizzati in cui le anime, le individualità e le relative specificità, anche in termini di ritmi, semplicemente scompaiono nella prevalenza della "forma" (tipo prodotto in serie) sulla sostanza (l'individualità del vivere).

Non è soltanto nel campo scolastico, universitario o delle superiori, è in generale sui sistemi di vita, sempre più concepiti come ring in cui si corre il rischio di essere "spiezzati in due" piuttosto che luoghi di espressione dell'essere, in cui le "eccellenze", le "vette" rischiano di essere unità di misura del proprio insuccesso piuttosto che esempi di stimolo.

Naturalmente non è l'appiattimento verso il basso l'obiettivo, ma semplicemente l'atteggiamento culturale verso la comprensione che il rispetto delle individualità necessitano il rispetto delle dimensioni di tempo, spazio e maturazione, ciascuno per il tesoro di cui è portatore, la vita, l'esistenza, la cittadinanza.


aggiungo, oggi novembre 2023

che, a mio avviso, la fase storica richiede necessariamente di non rottamare, nè parcheggiare e soprattutto attivare, le macine di produzione della fantasia che se non si è capito, la fase di passaggio è in atto non solo da tempo, ma procede inesorabilmente perchè la tecnologia, l'essenza dell'anima tecnologica, ha insito in sè l'istinto dell'accellerazione ed è l'uomo, nella sua specifica natura, che ha il compito di rallentare e, a volte, accellerare dove c'è necessità dell'obiettivo immediato. Per chi è poco predisposto alla fantasia, alla creatività, soprattutto nei comparti "direttivi", può aiutarsi assumendo un atteggiamento "aperto" al mondo, cioè ai fenomeni che accadono nelle società, senza dilettarsi ad infilzare con le freccette chi quei fenomeni li racconta. L'ho già detto, se è vero che ci sarà sostituzione nelle tipologie di lavoro, inesorabilmente il mix di risorse (e di costi) all'interno dei margini operativi delle imprese cambierà, quindi nelle organizzazioni sociali ci sarà naturalmente la necessità di dirottare le energie su tutta una serie di attività immateriali, umanistiche, diversamente intellettuali, connesse anche con gli stili di vita, fino a quando nel tempo (lungo) si completerà il rinnovo totale degli strati sociali e di attitudini. Questo mondo nuovo, sarà molto probabilmente sussidiato, ma diventerà non un comparto di quadratura, ma un'area nevralgica delle società del futuro che determinerà modalità e luoghi di vita e, di conseguenza, sarà fondamentale tentare di immaginarla, per indirizzare gli investimenti da realizzare nella giusta direzione. Sì, è futuro il punto di arrivo, ma è più che attuale l'analisi per definire le azioni necessarie per il cambiamento.

La competitività che ancor oggi per molti è e deve essere la dimensione del vissuto, va ripensata profondamente per rimettere al centro le persone, con le anime, con la loro materialità, con la loro individualità. Il parametro competitivo (che nulla ha a che vedere con la determinazione nel realizzare obiettivi, nè con l'azzeramento delle caratteristiche ad esso intrinseche, efficacia ed efficienza, quando si realizzano attività), ha generato sino ad oggi troppa distruzione, considerando che le dimensioni spirituali e di pensiero che dovrebbero guidare nell'utilizzo del parametro da conferirgli una dimensione flessibile, hanno da parte loro scontato un difetto evolutivo per molteplici ragioni che, nel tempo, per quanto di mia possibilità, cercherò di affrontare e soprattutto, sistematizzare. Nel piccolo essere di un piccolo pascolo che invita spesso, anzi sempre, il parametro competitivo a prendere un aperitivo insieme.


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