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"This is the End"

Aggiornamento: 5 set


Lo spazio dedicato al racconto di "Cosa Succede in città" prende una pausa, nel senso che non pubblicherò con la stessa intensità di prima, continuando però ad annotare gli eventi, a commentarli, cosa a cui non rinuncerò mai. Nè naturalmente alcuna condizione ambientale o esterna potrà mai limitare il diritto al pensiero. D'altra parte, come avevo già scritto in precedenza, la rinuncia alla polemica facile e a tutti i costi era già in atto, per amor di patria, per non alimentare la conflittualità spesso non imputabile a chi esterna ma che viene alimentata da chi è più predisposto al conflitto per propria conformazione di pensiero e di azione, pur rimanendo nei limiti consentiti. Nè naturalmente c'è rinuncia al racconto di quello che succede, un racconto scevro da condizionamenti, che tanto poco piace, perchè i temi della nostra contemporaneità sono comunque difficili. Ma rispetto agli anni precedenti, certamente molto è cambiato, come meglio dirò qui sotto, quindi andrò avanti nel mio nuovo progetto soprattutto per dare spazio alla prossima fase, quella della ricerca ed ampliamento degli strumenti di comunicazione che servono per esprimere il proprio pensiero e i propri sentimenti. Un progetto che guarda anche alla possibilità di implementare ciò che serve per la sopravvivenza di un esploratore non solo del pensiero ma delle nuove vie di organizzazione di vita.

Metterò a disposizione i miei articoli sulla città, raggruppati nei due volumi I e II, su questo spazio, insieme agli altri lavori, ribadendo che la mia penna, per quanto limitata nelle sue capacità, gode di ottima salute libertaria, priva di asservimenti, senza l'intento di esprimere giudizi, ma solo con l'obiettivo di non rinunciare a vedere le cose dal punto di vista scelto. Preciso il concetto proprio perchè siamo in una nuova fase organizzativa pubblica e qualcuno potrebbe pensare che il mio pensiero e azione, sia condizionato in tal senso: mi sento e sono, come prima, libero e la mia condizione di migrante del pensiero lo certifica, raro esempio di soggetto che, nella contemporaneità covid e post covid, (e anche prima) non assorbe risorse pubbliche di nessun tipo, non ha utilizzato neanche un centesimo pubblico per la propria esistenza e sussistenza, è stato ed è senza contributi, indennizzi, misure di assistenza, finanziamenti ad imprendere, all'informazione, alla cultura, allo sviluppo del pensiero, nulla, ed anzi, ingenuo sognatore dell'esistenza, nelle società moderne, di un animo sufficientemente evoluto nel senso dell'umano buon senso, si è visto depredare, dall'anelito di distruzione e nell'esercizio dell'odio, del proprio investito mosso dal desiderio, sempre positivo, di costruire. Anche su questo dirò.

Nel mentre prendete, e prendiamo, atto che

"This is the End",

cantava Jim, poeta prima ancora che artista musicale e, come tutti i poeti sperimentava la difficile, se non impossibile, sostenibilità della sensibilità, che parte dall'anima, la esplora, vive il presente, esterna attraverso la musica che contiene poesia, dando voce all'essenza della vita dentro di noi nella ricerca non solo di ciò che siamo, della finalità del vivere, ma anche del rapporto tra ciò che siamo e ciò che invece, dall'esterno, ci viene imposto di essere o semplicemente possiamo essere.

Nella ricerca e nell'esperienza del vissuto, emerge in primo piano la relazione tra percorsi personali, che desideriamo unici, e le strade precostituite in cui le società si strutturano.

E così, arriva la fine dell'esperienza di comprensione, in cui si matura che le vie dell'anima non incrociano le vie materiali delle organizzazioni sociali, storicamente orientate, nella loro struttura, a soddisfare l'esigenza del mantenimento dell'equilibrio garantito sia con la forza, che con la resistenza ai cambiamenti che naturalmente, cioè in modo naturale, trovano istanza in tutte le esistenze mosse dall'esigenza di migliorare la propria condizione.

Dopo quell'End, l'umanità ha ancora di più accellerato nella direzione materiale basata sullo sviluppo della tecnologia, quell'evoluzione tecnologica che di per sè è un fatto positivo, ma che deve necessariamente essere servente delle altre dimensioni del nostro essere e vivere da umani.

Le strade del mondo contemporaneo occidentale sono diventate ancora più marcate nella logica della produzione e del consumo, e le vie dell'anima sempre più relegate a vagare nell'etere, disperse quasi senza possibilità di vivere del piacere di incontrare la terra, e il mare.

Tutte le fasi storiche hanno un inizio e una fine, anche se le linee non sono marcate in modo chiaro e preciso, nell'evoluzione del tempo, lungo rispetto alle vicende delle singole generazioni.

Una fase è finita, l'ultima, che ho attraversato e analizzato in pieno a partire dal 2016, ma che era in itinere già dal 2008.

Sì, è finita, perchè se c'è un processo di aggregazione, che include per fusione, iniziato qualche decennio fa, c'è un processo inverso, di esplosione o di disaggregazione, che se anche non marcato come potrebbe essere in una fase distruttiva, perchè non c'è un'esigenza di distruggere, ha certamente connotazioni decise, con la necessità di ridefinire, di modificare. A volte il processo inverso è solo una ristrutturazione, a mio avviso quello attuale è un processo di totale ridefinizione, talmente profonda, non una relise, non un upgrade, ma un vero e proprio passaggio le cui fasi saranno determinate da come le componenti in campo riusciranno, nei diversi modi di dialogo o di scontro, a far emergere una tipologia di mondo piuttosto che un'altro. Nel modo in cui il mondo riuscirà a far prevalere la dimensione umana del benessere condiviso e della pace, piuttosto che la distruzione e il conflitto.

Tutti i temi di questo mondo, dai diritti personali alle condizioni di vita nel loro complesso, di tipo economico e non, sono stati "sbocciati", in senso sportivo, toccati dalla boccia del cambiamento e vagano in attesa che vengano riposizionati alla fine di una lunga partita.

In cui purtroppo, "solo quando anche l'ultimo brandello di umanità sarà disintegrato," il liquido tornerà a svolgere la sua funzione di sangue di un mondo in cui le sue componenti, umano e natura, trovino quella pace e quell'equilibrio di mantenimento del nostro paradiso terrestre. Non in alternativa e in subordine, ma come componenti paritetiche, in simbiotica ricerca di equlibrio.

Avete visto quanti brandelli sono stati disintegrati? quante vite, quanti simulacri, quanto di intoccabile è saltato? anche se, onestamente, quello che tutti dovremmo chiederci, ed in particolare le unità più portate alla confliggenza attiva afflittiva, è se lo strumento per affrontare l'analisi e la ricerca della soluzione, è il bastone o il buon senso, anche in senso di carota.

ci sarebbe tanto da dire e scrivere rispetto a quanto in "Torneranno i sogni?"; tutto ha un nesso di causalità, di lettura conseguente, di analisi di ciò che è stata la risposta immediata alle turbolenze dello sfaldamento e delle nuove emergenze, in tanti aspetti e tutto in una lettura coerente.

L'essere umani però, impone il rigore dell'analisi distaccata almeno in alcuni momenti della vita, in alcune fasi storiche, partendo anche dall'analisi di ciò che si è dato e di ciò che si è ricevuto.

La fase attuale, quella dei grandi temi sul tavolo, è una fase di straordinaria opportunità di discernimento, di analisi, di immaginazione del futuro, partendo dal presente e attingendo dal passato come buon compagno di viaggio, saggio e perito nell'esperienza, che ci consiglia senza interesse, tanto il suo lo ha già fatto.

"Altri diranno" diceva il nocchiero nell'annunciare il suo compito di riportare il poeta nel viaggio a ritroso, nel mondo "delle anime ancora nei corpi, che lì sono, in terra," dove ogni giorno annotiamo lo scorrere delle vicende della Commedia terrestre.

Ecco, il mio compito è per ora concluso, si è chiusa una fase, "altri diranno", anche questo è frutto delle decisioni di questo mondo, che non attinge, neanche per un millimetro, al di sopra della dimensione materiale.

buon viaggio e, visto che siamo in estate e fà molto caldo, buona tazza a tutti .


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