In un’epoca in cui l’uomo moderno – aristocratico o borghese, intellettuale o diversamente pensante, politico polis o apolis-, trova la sua piena realizzazione nello scambio autoreferenziale all’interno dei gruppetti di potere, dove la macchina del consenso, ha la necessità di trovare un simbolo, l’agnello sacrificale, da cui estrarre il liquido mefistotelico che lenisce le viscerali afflizioni, la beatificazione nera dell’io cattivo in cui la pluralità si realizza, spesso, unicamente collocando la propria persona davanti allo specchio o in qualche riunione all’interno di una stanza dell’orrore. E allora, ne propongo uno di simbolo, con la mia lettura, quella dell’anima, sola ma non solitaria.
tratto da “Cosa succede in città” Ed. 2021
Comments