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PSICOSETUP: quando la mente è AMICA

Aggiornamento: 16 mag 2023


Buongiorno,

questa mattina prendo spunto da un "pezzo" come sempre molto interessante da parte di un grande uomo di finanza che pone sempre all'attenzione dei trader, ma non solo, argomenti interessanti sulla dimensione personale e psicologica. In fondo molto del nostro vivere dipende dalla dimensione psicologica. Non cito la fonte, ma le sue osservazioni e quello che leggo sono sempre musica per me e mai con l'accompagnamento del trombone.

Dunque, oggi si parla di questo: si parla di insicurezza e della sua degenerazione. Bene, preclari studi sembra abbiano evidenziato che quando l'insicurezza degenera nella dimensione patologica, si evidenziano sintomi e comportamenti "non conformi", e aggiungerei, "forse non allineati?"

Eccoli, con il mio commento in corsivo:

  1. E’ preoccupato per ciò che gli altri pensano di lui: questa è una dinamica tipica dei tempi contemporanei, dove l'accreditamento sociale è fondamentale ai fini del riconoscimento della propria posizione sociale. Tutto legato all'immagine, alla comunicazione, ma anche al "testimonial" , figura essenziale dei tempi moderni quale moderna evoluzione del concetto e del ruolo di "santo" ed "eroe" di cui, almeno per alcuni, le società non potrebbero fare a meno. Liberarsi della preoccupazione del riscontro esterno è cosa molto piacevole, personalmente preferisco, tra gli estremi, il setup totalmente distante da qualsiasi tipo di istanza di riconoscimento esterno, anche se sappiamo che gli estremi hanno sempre contrindicazioni e nella fase storica attuale, che tende alle connotazioni decise, la via di mezzo non viene riconosciuta, per cui il rischio naturalmente è quello della costante esclusione, separazione. Il che non è tutto male.

  2. Non esprime mai un'opinione ferma: è tipico quando la posizione non trova collocazione nel pensiero simil differente, in cui la differenziazione apparente si origina per la necessità di ampliamento della platea degli appartenenti. Di fatto il pensiero è unico, nella sostanza. Atteggiamento che si può ricondurre alla struttura organizzativa/verticistica e piramidale delle società moderne, dove tutto va omologato e inquadrato, controllato e orientato. Ho già scritto di questo, ci si lamenta e si contesta ma fino ad un certo punto, per il mantenimento delle condizioni di equilibrio all'interno delle società. Non mi è faticoso citare quello che viviamo oramai da tre anni, un incubo da cui sembra non esserci via di uscita. Vedere quello che i poteri allineati, per la difesa della propria condizione, riescono a fare è esperienza allo stesso tempo, sorprendente, dolorosa, agghiacciante, tranquillizzante, perchè in sè ha i prodomi della propria fragilità. L'opinione ferma è quasi sempre in funzione del parametro di parte: ecologia, si o no, e non ad esempio un si deciso però con la tempistica e le scelte necessarie per tenere conto di altri elementi vitali, quali l'essere sociali nel tempo moderno; e poi, così, su tanti temi, in cui quasi sempre si propone la scelta dicotomica, o di quà o di là. Il centro, certamente non adatto "ai deboli di cuore", democrazia docet;

  3. Soffre di cronica incapacità di prendere decisioni, perfino se la scelta porta poche conseguenze: memoria lunga, memoria corta, c'è addirittura chi è ossessionato dall'analisi e dall'osservazione delle vicende della corta e lunga, ma dimenticare quello che abbiamo vissuto in questi tre anni, tra Covid e guerra, e che stiamo ancora vivendo in pieno, non si può, ed è già di per sè sufficiente a suffragare l'ipotesi che quando c'è tempesta non si va a mare. Non è l'estremizzazione della figura inversa all'insicurezza, cioè la sicurezza nella mente e nel puro utilizzo del ragionamento, "confidando" nell'accoglienza del fato, ma l'umanissima condizione che ogni giorno ogni essere umano tende a configurare, la conoscenza del contesto "ambientale" che fornisce certezze ed incertezze, consente la valutazione dei rischi per prendere decisioni coerenti. Se poi, in alcuni casi, l'unica decisione è quella di un percorso che ti porta distante dal proprio essere, dall'idea di "esistenza" che matura in noi, bene, la decisione c'è, ben precisa e netta: nessuna decisione.

  4. Cerca di cambiare la direzione di progetti e anche di riunioni: eccezione, progetti propri o altrui?

  5. Sminuisce gli altri per sentirsi importante: dipende, non possiamo negare ci siano casi in tal senso, però dipende molto dai caratteri. L'insicuro è insicuro, intuitivamente l'insicurezza ha poca compatibilità con il sentirsi importanti, è incongruente nel ragionamento. Un insicuro, secondo voi, può sentirsi importante? non contrappongo dati, non è mio mestiere nè ho interessi in merito, l'unico strumento è la mente, il ragionamento, l'intuito. Bisogna aggiungere che i tempi moderni in cui molte "partite" si giocano sui confronti, molto spesso l'atteggiamento che osserviamo è quello di sminuire l'avversario, anche un pò denigrarlo. Per questo motivo, oltre che per altri tra cui l'unicità del tratto caratteriale che contraddistingue ogni essere umano, preferisco la scrittura, a cui si contrappone evidentemente altra scrittura o commento. Il confronto è spesso fuorviante, perchè i maestranti ella comunicazioni giocano come più gli piace portandoci fuori dal centro del pensiero.

  6. Parla costantemente del proprio stress da impegno per dimostrare di essere richiesto: vedi sopra

  7. Tende a manifestare dubbi su ogni mossa altrui, in modo paranoico: e qui ci sarebbe da dire, dipende. Ad esempio se "l'altrui" assume una posizione nettamente censurabile , "sposa" un'idea, un'ipotesi, e questa è di per sè sbagliata, non sono sbagliate le mosse susseguenti in sè, è sbagliato il posizionamento a monte, e a volte "mica poco". Meditate, gente, meditate (con una bella birretta o quello che volete, augurandovi che vostra moglie non abbia messo le telecamere con il contabicchieri, rischiate di diventare alcolizzati, magari in esecuzione di una di quelle mosse altrui, ah ah) .

Alla fine della fiera, dico la mia. Quello che viviamo è un tempo di epocale cambiamento, in cui culture, comportamenti, tradizioni, posizionamenti, modalità di vita, pensiero passato, presente e visione del futuro sono tutte sul tavolo. E nello scontro tra culture, il "magazziniere" della storia, che passa con il suo foglio lavoro per mettere le spunte sulle liste, ha bisogno di certezze, da una parte o dall'altra. Punto. E tutto ciò che è cultura, pensiero, tradizione, esperienza, idee di economia, di sostentamento, di società, di transnazionalità, di località, di terra e cielo, cosa diventano, aria fritta?

Mio stimatissimo, con affetto, quella tossicità, non sarà mica la pillola rossa di Neo?

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